C’ERA UNA VOLTA…

La Contessa Patrizia De Blanck


patrizia de blanckNel tragico palinsesto televisivo in cui lo spettatore medio cerca quella spensierata leggerezza di cui ha giustamente bisogno durante una pandemia – non so come farebbe a sopravvivere senza il prezioso supporto mediatico di buon umore a suon di battutacce e luoghi comuni – tra i programmi dove tutto è ridotto a pettegolezzo per eccellenza ce n’è uno che è diretto proprio da chi sul gossip ha costruito la sua rispettabilissima carriera: Il Grande Fratello Vip di Alfonso Signorini. Sua qualsiasi responsabilità, compresa la presenza (in)spiegabile di due opinionisti dursianamente illuminati come Antonella Elia e Pupo. La prima decisamente fuori luogo e non all’altezza del ruolo, sempre in cerca di parole che non trova, dotata di un vocabolario molto povero, a dispetto degli abiti costosi e inutili che le fanno indossare. Il secondo, in splendida forma dall’alto del suo seggiolone, non perde occasione per ricordarci che non si è ancora evoluto.

Tra i partecipanti a questo gioco al massacro a colpi di noia, ci sono i soliti personaggi previsti dal copione: showgirls in pensione, veline e velini, attori di fiscion di ferrettiana memoria, fenomeni del web, influencer, rampolli, figli di… Anche una breve incursione dell’intellettuale, scrittore, comunista, trotskista, in arte Marchese Fulvio Abbate, che in cambio (immagino) di vile denaro ha soddisfatto la sua legittima voglia di curiosare tra le pieghe e le piaghe di un reality televisivo, scoprendosi in compagnia di quelle che lui ha definito “nutrie” dal gusto troppo pop.  In questo ricco cast di vipponi spicca la nobile presenza di una vecchia signora dei salotti di intrashttenimento: la Contessa Patrizia De Blanck. Ella è conosciuta per i suoi modi molto spicci con cui manda facilmente e piacevolmente a fare in culo chiunque. Ma non è conosciuta solo per questo. A parte l’elenco infinito di amanti famosi defunti, corredato da altrettanti aneddoti più o meno divertenti che rivelano particolari degni della sua proverbiale eleganza, pare che di proverbiale ci sia anche la sua scarsa propensione all’igiene personale. Mentre nei risplendenti studi Mediaset di Barbara D’Urso si raccolgono preziose testimonianze dirette della Roma bene, circa le buone abitudini della Contessa, all’interno della Casa vengono intercettati dei commenti che non lasciano scampo a equivoci: la Contessa si lava poco, la sua camera da letto è un disastro e negli ultimi giorni sembra che la puzza che proviene dalla sua stanza sia talmente fetida da essere insopportabile. Questo e tanto altro è quello che tiene incollati al televisore un considerevole numero di italiani.

Direi che siamo sulla buona strada che porta all’anno 2505 immaginato nel film Idiocracy di Mike Judge, dove un “timballo umano”, con un quoziente intellettivo fatalmente precipitato ai valori minimi storici, si distrae con programmi televisivi dove si vedono solo persone prese a calci nei coglioni e film dove per novanta minuti viene inquadrato un culo che scorreggia. Buon futuro a tutti.

di Enrico Chirico


 

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