Sanremo All Inclusive. In molti ormai non si rendono neanche conto della differenza che passa tra uno spettacolo creato per un pubblico da villaggio vacanze e uno allestito per un evento di livello internazionale. Non a caso chi ricopre un determinato ruolo si chiama Direttore artistico, ma di artistico a Sanremo – mi riferisco a tutto ciò che non ha fatto parte della gara canora – c’è stato ben poco. Lo scontro polemico (uno dei tanti) è tra chi pensa che in fondo far fare il ballo del qua qua a John Travolta sia stata un’idea carina e divertente e chi invece, forse la minoranza del paese, è rimasto basito dalla povertà creativa, intellettuale e artistica di un’occasione sicuramente sprecata. Al di là del fatto che possa essere stata (come è evidente) una marchetta per il noto marchio di scarpe, programmata male e gestita peggio, tra un’intervista ingessata e il ballo del qua qua ci saranno state altre scelte possibili, o no? John Travolta non è solo un mito del cinema, è anche un pilota di aerei, ha avuto una vita incredibile; vederlo ridotto così tra Fiorello e Amadeus è stato imbarazzante e lo hanno detto e scritto in molti. Una scelta discutibile, ma alla fine neanche tanto. Se il livello culturale di un paese negli anni si abbassa sempre di più, è del tutto normale che una scorreggia venga scambiata per merda d’artista.
E la chiuderei qua. Anzi, qua qua.