Sanremo! Come ogni anno eccoci davanti al momento nazional popolare più trash, ma anche più atteso. C’è chi lo attende con l’acquolina in bocca e chi con la bava perché non vede l’ora di parlarne male. È così da sempre e probabilmente sarà sempre così, visto che dipende dal nostro “patriottico” dna. La polemica inutile ce l’abbiamo nel sangue e Sanremo non è altro che uno dei momenti più importanti, per visibilità, per dare sfogo alle proprie pulsazioni rabbiose.
Detto questo, è anche legittimo criticarlo come tutti gli spettacoli che si rispettano. La coerenza è sempre l’ago che dovrebbe indicare il senso di quello che si dice e si fa: se non ti interessa, non ne dovresti parlare ogni giorno lamentandoti di questo cantante o di quel vestito. Allora vai in curva anche tu e fai il tifo, senza nasconderti dietro un ridicolo velo snob. Invece ogni anno ci sono fiumi di parole (rigorosamente senza i Jalisse) su Sanremo, anche da parte di chi non avrebbe neanche dovuto vederlo. È uno specchio Sanremo in cui non tutti amano riflettersi.