UN HORROR SURREALISTA

un horror surrealista antonio de marco“Ho fatto una cavolata, so di aver sbagliato. Li ho uccisi perché erano troppo felici e per questo mi è montata la rabbia” . Sono queste le parole di Antonio De Marco il presunto assassino di Daniele ed Eleonora, una giovane coppia di fidanzati.
Il movente passionale viene escluso dai carabinieri ma viene a galla quello dell’invidia del presunto omicida, che è stato etichettato come “un ragazzo introverso, chiuso, con poche amicizie”, evidentemente disturbato dalla serenità della coppia. Sembra proprio la trama di un film horror, ma purtroppo è tutto estremamente realistico. Anche troppo. Cosa può spingere un ragazzo di soli 21 anni a covare un sentimento così degenerante? Forse un’ invidia con un forte retrogusto di odio che ha provocato la lacerazione di cuore, polmone, milza e intestino a entrambi, deceduti per insufficienza cardio respiratoria acuta. Uno studente di infermieristica, un ragazzo con la passione per l’anatomia e l’assistenzialismo, possibile non abbia avuto neanche un briciolo di umanità di fronte alle grida disperate delle vittime? Un ragazzo che è nel pieno della sua giovinezza, quando ha ancora tutta la vita davanti, perché ha deciso di rovinare la loro (e la sua) vita così ? Come ha potuto continuare per circa 60 coltellate? Come si può ipotizzare eventualmente un semplice raptus quando il tutto è durato 10 lunghissimi minuti? Forse è solo gusto per la morte o per il dolore altrui. Non si tratta di cattiveria né di invidia. Semplicemente di vuoto, vuoto da colmare con masochismo. Questo masochismo però è una vasca piena di sangue di due giovani innocenti. Due vite piene di “troppa” vita, di troppo entusiasmo, troppa felicità. Questo delitto, tra i tanti, ha un non so che di surrealista. Perché vorremmo davvero che tutto ciò fosse qualcosa di grottesco, di esagerato, di cinematografico. Non si riesce a dire altro, se non che è una vera tragedia, ma è molto più crudele di quelle inventate.
di Erika Nicole De Bonis

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