GEORGE FLOYD

George Floyd

george floydI can’t breathe – letteralmente non posso respirare, non riesco a respirare – è stata l’ultima frase pronunciata da George Floyd, un afroamericano di 46 anni morto sotto il ginocchio di un agente della polizia, dalle tonalità ariane, che è rimasto per 7 minuti inginocchiato con tutto il peso del corpo sul suo collo. Impedire ad un uomo di svolgere una basilare funzione vitale per via del colore della pelle è una delle notizie più atroci dell’ultimo periodo. La morte di Floyd ha smosso l’America e ha avuto risonanze in tutto il mondo: in migliaia si sono precipitati nelle piazze a manifestare, a prescindere dalla forma degli occhi e dall’etnia, affinché cose come questa non accadano mai più. Nessun essere umano merita di morire per mano di un altro uomo. Ma soprattutto mai merita di morire per un abuso di potere o per un pregiudizio. Il razzismo, perché di questo si tratta, fonda le sue basi su una convinzione (un pregiudizio appunto) secondo il quale alcuni uomini per conformazioni fisiche, provenienza e cultura sarebbero da considerarsi “inferiori” ad altre. Ma la vera bassezza è nelle menti di chi questo pensiero non solo lo partorisce, ma lo alimenta e lo diffonde con azioni come questa. Perché insieme al corpo di George Floyd, hanno perso vita i suoi sogni, le sue speranze, i suoi dolori. È stato calpestato il cuore delle figlie che hanno visto morire un padre e sequestrato il sorriso di chi gli voleva bene . È stato ferito l’orgoglio di una “razza”, quella degli afroamericani che con tanta fatica ha lottato a lungo per la parità dei diritti in un paese come gli Stati Uniti. Con una leggerezza disarmante un poliziotto bianco ha tolto la vita a un presunto pregiudicato perché nero. Questo è ciò che è successo. Come vogliamo chiamarla? Violenza? Aggressività? Cattiveria? Semplicemente odio razziale, perché nonostante siamo nel 2020 e (forse) siamo sopravvissuti a una pandemia, ancora non siamo usciti da quel brutto capitolo di storia di più di un secolo fa.
di Erika Nicole De Bonis

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