IN NOME DI MIA FIGLIA

“Mia figlia mi ha chiesto perché quel signore ce l’ha con te?”


Imbarazzante. Ormai non sa più a cosa attaccarsi pur di racimolare qualche briciola di consenso. Se per difendersi arriva a citare la figlia, una bambina di sette anni che con la politica non ha nulla a che fare, vuol dire proprio che quest’uomo non si ferma davanti a niente. Non mi preoccupa l’esposizione mediatica a cui il padre ha sottoposto la figlia; è una femmina, sarà intelligente, avrà già capito chi è il padre o comunque lo capirà molto presto. Quello che mi preoccupa veramente è che questo personaggio è ancora seguito da milioni di persone. Riesco a immaginare la disperazione personale di chi non ha più niente, di chi ha cercato invano per anni uno straccio decente di sinistra, riesco a capire che per rabbia e provocazione ci si possa avvicinare a un sentimento di pancia, figlio di una frustrazione sociale e politica, ma non riesco a capire come si possa credere veramente che la soluzione dei problemi degli italiani sia Matteo Salvini. Ovviamente lo chiederei a mio figlio se ne avessi uno.

di Enrico Chirico


 

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